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Kime No Kata

Forma della decisione

Jigoro Kano (1860-1938) durante una lezione sul Kime No Kata
Jigoro Kano (1860-1938) durante una lezione sul Kime No Kata

Il Kime No Kata (forma della decisione), in origine chiamato Shinken Shobu No Kata (forma di combattimento reale), era costituito da tecniche dei vari metodi di jujutsu, riunite da Jigoro Kano per l’allenamento al combattimento reale.

Da un punto di vista didattico, è coerente l’arrivo della prima versione dello Shinken Shobu No Kata nel 1888, cronologicamente dopo il Nage No Kata (1884) e il Katame No Kata (1885), passando così dallo studio della pratica libera (Randori No Kata) a un kata pensato per l’allenamento al combattimento reale. Era questo il fine dei kata di jujutsu, fine che, secondo Jigoro Kano, in quegli anni era andato un po’ dimenticato.

Frutto di varie modifiche ed evoluzioni, inizialmente lo Shinken Shobu No Kata era composto da 10 tecniche, diventate poi 13 quando Jigoro Kano presentò, nel 1906, i kata alla riunione del Dai Nippon Butokukai, dove furono stabiliti i Randori No Kata, mentre sul Kime No Kata si discusse ancora parecchio per arrivare a una conclusione definitiva solo alcuni anni dopo. È probabilmente proprio al momento di presentare il kata al Butokukai che Jigoro Kano decide di cambiare non in Kime No Kata, al quale il Butokukai volle aggiungere altre 7 tecniche prima di approvare il kata così come lo conosciamo oggi.

Attualmente, il Kime No Kata è composto da 8 tecniche in posizione in ginocchio (idori) e 12 tecniche in posizione in piedi (tachi-ai), per un totale di 20 tecniche.
Entrambi i gruppi contengono nage-waza, katame-waza e atemi-waza per difendersi da attacchi a mani nude o armati.
Come per tutti gli altri kata vi è l’esigenza di portare il corpo alla migliore condizione ottimale considerando che nel Kime No Kata vi sono molte tecniche di atemi e lussazione, per cui un taiso specifico prima di cominciare è indispensabile, lavorando sul riscaldamento muscolare e mobilità articolare provando le tecniche di lussazione a parte, gradualmente, prima di cominciare il kata vero.

In conclusione, per raggiungere un livello superiore, come progressione didattica dopo il Randori No Kata, è indispensabile studiare il Kime No Kata.

Composizione del Kime No Kata

Gruppo I: Idori (posizione inginocchiata)

contro attacchi a mani nude
  • Ryote-dori (presa alle due mani)
  • Tsukkake (pugno allo stomaco)
  • Suri-age (colpo scivolato al viso)
  • Yoko-uchi (pugno laterale)
  • Ushiro-dori (afferramento da dietro)
contro attacchi con pugnale
  • Tsukkomi (traforare con il pugnale)
  • Kiri-komi (fendere la testa con il pugnale)
  • Yoko-tsuki (colpo al fianco con il pugnale)

Gruppo II: Tachi-ai (posizione eretta)

contro attacchi a mani nude
  • Ryote-dori (presa alle due mani)
  • Sode-tori (presa per le maniche)
  • Tsukkake (pugno allo stomaco)
  • Tsuki-age (pugno uppercut)
  • Suri-nage (colpo scivolato al viso)
  • Yoko-uchi (pugno laterale)
  • Ke-age (colpo ai testicoli)
  • Ushiro-dori (presa alle spalle)
contro attacchi con spada o pugnale
  • Tsukkomi (traforare con il pugnale)
  • Kiri-komi (fendere la testa con il pugnale)
  • Nuki-gake (impedire di sguainare la katana)
  • Kiri-oroshi (fendente con la katana)

Kime No Kata – Video didattico del Kodokan di Tokyo – T. Sato 7° Dan (Tori) – I. Hasegawa 7° Dan (Uke)

Kime No Kata Clinic (04-08-2016) – Maestro Naoki Murata 8° Dan

Stage al Kodokan di Tokyo – Kime No Kata – Diretto dal M° Tadashi Sato 8° Dan – vice direttore del Kodokan svolge anche l’opera di assistente al M° Osawa 10° Dan presso la sezione femminile al Kodokan. Grande tecnico è stato per anni allenatore della nazionale femminile ed è esperto in tutti i kata, in particolare il Koshiki No Kata e il Kime No Kata

World Judo Kata Championships 2011 (Frankfurt – GER) – I vincitori della medaglia d’oro nel Kime No Kata: Takeishi Kenji (Tori) e Uematsu Koji (Uke)

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