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Katame No Kata

Forma delle immobilizzazioni o del controllo

Premessa

 

Oda Tsunetane (1892-1955) - 9° Dan
Oda Tsunetane (1892-1955) – 9° Dan

Il Katame No Kata (forma delle immobilizzazioni o del controllo), fu sviluppato insieme al Nage No Kata (forma delle proiezioni), tra il 1884 e il 1887, nei primi anni dopo la fondazione del Kodokan, come metodo di insegnamento dei principi del katame-waza. La prima versione del Katame No Kata è datata 1885.
Questo kata è stato mutuato dalla scuola di JuJutsu di Tenshin-shin-yo-ryu, specializzata nel Katame Waza e nell’Atemi Waza (colpi nei punti vitali).
Originariamente costituito da dieci tecniche, in seguito alle influenze del Dai Nippon Butoku Kai, Jigoro Kano portò il numero di tecniche a quindici.
Il Katame No Kata consiste appunto di quindici tecniche, raggruppate nelle tre categorie principali del katame-waza. ovvero osaekomi-waza, shime-waza e kansetsu-waza.
Insieme al Nage No Kata costituisce il Randori No Kata (forma di pratica libera).

Composizione del Katame No Kata

Gruppo I: Osaekomi waza (tecniche di immobilizzazione)

  • Kesa-gatame
  • Kata-gatame
  • Kami-shiho-gatame
  • Yoko-shiho-gatame
  • Kuzure-kami-shiho-gatame

Gruppo II: Shime waza (tecniche di strangolamento)

  • Kata-juji-jime
  • Hadaka-jime
  • Okuri-eri-jime
  • Kata-ha-jime
  • Gyaku-juji-jime

Gruppo III: Kansetsu waza (tecniche di leva articolare)

  • Ude-garami
  • Ude-hishigi-juji-gatame
  • Ude-hishigi-ude-gatame
  • Ude-hishigi-hiza-gatame
  • Ashi-garami

L'area


L’area di combattimento è composta da un quadrato ideale (ABCD) di circa 6 tatami, ma l’area di svolgimento del kata è di 4 tatami.

Rappresentazione grafica dell'area del kata
Rappresentazione grafica dell’area del kata

Il saluto

All’inizio, tori e uke stanno in piedi uno di fronte all’altro in a una distanza di circa 5,40 metri (equivalenti alla lunghezza di tre tatami giapponesi). È importante mantenere questa distanza: se ci si mette a tre materassine italiane (6 metri) in alcuni momenti ci si troverà poi troppo lontani e sarebbe necessario introdurre dei passi in più. Tori è a sinistra e uke a destra (guardando verso joseki). Entrambi si rivolgono verso il joseki per fare il saluto in piedi (ritsu-rei) per poi girarsi l’uno di fronte all’altro ed eseguire il saluto a terra (za-rei).
Quindi, dopo essersi alzati insieme, entrambi, tori e uke, fanno contemporaneamente un passo avanti con il loro piede sinistro nella posizione shizen-hon-tai, trovandosi adesso a circa due tatami di distanza.
A questo punto contemporaneamente spostano il piede sinistro indietro poggiando il ginocchio sinistro a terra nel punto appena lasciato dal tallone, mantenendo le loro dita dei piedi in flessione.
Il piede destro si sposta esternamente verso destra (parte inferiore della gamba a circa 90° con la coscia); il palmo della mano destra sul ginocchio destro, mentre il braccio sinistro resta naturalmente lungo il corpo. Questa posizione si chiama kyoshi-no-kamai o kurai-dori. Quindi, uke richiama il ginocchio destro ed esegue un passo direttamente in avanti con la gamba destra, subito seguito dalla sinistra che scivola sul ginocchio. Sposta di nuovo il piede destro verso il lato destro per assumere ancora una volta la posizione di kyoshi-no-kamai.
Uke adesso mette la sua mano destra sul tatami, di fronte al ginocchio sinistro con le dita della mano rivolte all’esterno verso di fronte al suo ginocchio sinistro. Sorreggendo il suo corpo con la mano destra e il piede sinistro solleva il corpo da terra e torcendosi infila la gamba destra di fianco alla sinistra e la distende portandola ben al di là della sinistra che quindi rimane piegata. Uke si posiziona così completamente disteso al suolo lungo l’asse del kata, la testa appoggiata a terra, le braccia distese lungo i fianchi, la gamba sinistra piegata e appoggiata al suolo con la pianta del piede. In questo momento uke si trova con la testa al centro dell’area del kata, a circa un metro e mezzo di distanza da tori.

Formalità iniziali

Tori si alza in piedi. Per farlo chiude avvicinando il piede destro al ginocchio sinistro quindi si alza andando direttamente in shizen-hon-tai. Ruota di 45° in direzione del lato destro di uke e inizia a camminare partendo con il piede sinistro. Si porta ad una distanza da uke, chiamata toma, equivalente a circa 1 metro. Si ferma un attimo in shizen-hon-tai, quindi scende in kyoshi. Chiude, avanza di due passi e torna ad aprire ad una distanza, chiamata chikama, di circa 30 centimetri o poco più. Dopo un attimo chiude nuovamente ed esegue un ulteriore piccolo passo portandosi a contatto di Uke.

A questo punto tori afferrando il braccio destro di uke inizia l’esecuzione della prima tecnica del Katame No Kata, kesa-gatame.

Video sul Katame No Kata

Katame No Kata – Video didattico del Kodokan di Tokyo – Tsuneo Sengoku 7° Dan (Tori) – Yoshihisa Doba 6° Dan (Uke)

Katame No Kata – Nakayama Satoshi (Tori) – Yokoyama Seiji (Uke) – Campioni del Mondo 2015

Katame No Kata – Judo Kata Wold championships 2014 (Malaga) – Nakayama Satoshi (Tori) – Hayashi Seiji (Uke)

Katame No Kata – Komuro Koji (Tori) – Takano Kenji (Uke) – Campioni del Mondo 2010

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