(12 novembre 1922 – 27 febbraio 2022)
Le origini e l'incontro con il judo
Ichiro Abe nacque il 12 novembre 1922 nella prefettura di Akita, Giappone. I suoi genitori erano originari della prefettura di Yamagata. A causa del lavoro del padre, un funzionario del Ministero dell’Agricoltura, la famiglia si trasferì frequentemente in diverse regioni del Giappone. Durante l’adolescenza, Abe si stabilì a Maebashi, nella prefettura di Gunma, dove iniziò a frequentare la scuola media superiore di Maebashi (oggi Liceo di Maebashi).
Abe scelse di praticare il judo durante gli anni scolastici, preferendolo al kendo per motivi economici. Inizialmente, non mostrò un grande interesse per il judo, ma l’arrivo di un nuovo insegnante, Shigeru Sato, cambiò tutto. Sato, un ex studente della Tokyo Higher Normal School, riuscì a trasmettere ad Abe la passione per il judo, portandolo a unirsi al club di judo della scuola. Abe iniziò a praticare judo nel 1937, all’età di 15 anni, presso la Scuola Secondaria Minomachi e successivamente alla Scuola Secondaria Maebashi.
Gli anni della guerra e l'inizio della carriera nel judo
Nel 1941, Abe si diplomò e si iscrisse alla Tokyo Higher Normal School, seguendo le orme del suo mentore Sato. Tuttavia, con l’inizio della guerra del Pacifico, Abe fu costretto a interrompere gli studi per servire come pilota nell’esercito giapponese. Dopo la guerra, Abe tornò in Giappone e riprese gli studi, laureandosi infine nel 1945. Durante questo periodo, Abe fu allenato direttamente da Kyuzo Mifune, considerato uno dei judoka più abili della storia.
Dopo la guerra, Abe iniziò a lavorare al Kodokan, dove si dedicò all’insegnamento del judo. Nel 1951, fu inviato in Francia per promuovere il judo. Due anni dopo, nel 1953, fu inviato in Belgio. Durante questi anni, Abe lavorò instancabilmente per diffondere il judo in Europa, contribuendo alla sua popolarità e sviluppo. Nel 1956, fondò l’Union Fédéral Française d’Amateurs de Judo Kodokan e organizzò la prima competizione nazionale di judo in Francia. Tra i suoi allievi ci furono Pierre Roussel, Jacques Belaud, Luc Levannier e Guy Pelletier.
La diffusione del judo in Europa e il ritorno del judo alle Olimpiadi
Abe è considerato uno dei padri del judo in Francia, avendo contribuito alla fondazione dell’Union Fédéral Française d’Amateurs de Judo Kodokan nel 1956 e all’organizzazione della prima competizione nazionale di judo nello stesso anno. Il suo famoso detto, “Quando sei stato gettato sei volte, rialzati sette”, è diventato un mantra per molti judoka. Abe ha anche avuto un impatto significativo in Belgio, dove ha servito come direttore tecnico della Federazione Belga di Judo e come consigliere tecnico dell’Unione Europea di Judo. La sua presenza in Belgio ha permesso ai judoka del paese di evolversi rapidamente e di distinguersi a livello internazionale. Abe ha sempre mantenuto un legame speciale con il Belgio, tornando di tanto in tanto e mantenendo le foto del paese fino ai suoi ultimi giorni. Abe ha viaggiato molto in Europa, espandendo il judo e servendo come allenatore nazionale del Belgio.
Abe ha visto il ritorno del judo alle Olimpiadi di Tokyo 2020 come un’opportunità per mostrare al mondo il vero significato di questo sport, che valorizza la disciplina più della competizione. Ha sottolineato l’importanza di non dimenticare lo spirito originale del judo, come insegnato dal fondatore Jigoro Kano. Abe ha sperato che le Olimpiadi potessero essere un’occasione per rivedere l’enfasi eccessiva sulla vittoria e per promuovere i valori educativi del judo.
Il ruolo nel Kodokan e il riconoscimento internazionale
Dal 1969 al 1997, Abe ricoprì il ruolo di direttore del Kodokan International, e successivamente, dal 1997 al 2004, fu direttore del Kodokan Council. In queste posizioni, Abe giocò un ruolo cruciale nel mantenere e promuovere le tradizioni del Kodokan, la più antica scuola di judo. Fu anche presidente della Federazione Giapponese di Judo e capo del Panel di Promozioni del Kodokan. Abe è stato anche direttore internazionale di tutte le federazioni di Judo nipponiche.
Nel 2006, durante la cerimonia del Kagami biraki, Abe fu promosso al 10° dan, uno dei gradi più alti nel judo, insieme a Toshiro Daigo e Yoshimi Osawa. Questo riconoscimento lo consacrò come uno dei più grandi maestri di judo al mondo. Abe è stato il judoka più longevo a ottenere il 10° dan in vita.
Gli ultimi anni e l'eredità di un Maestro
Ichiro Abe continuò a essere una figura influente nel mondo del judo fino alla sua morte, avvenuta il 27 febbraio 2022 a Tokyo, all’età di 99 anni. La sua eredità vive attraverso i numerosi studenti che ha formato e le istituzioni che ha contribuito a costruire. Abe è stato anche membro dell’Agenzia di Cooperazione di Ultramar del Giappone e presidente dell’Organizzazione di Judo del Pacifico.
L’eredità di Ichiro Abe nel mondo del judo è immensa. La sua dedizione, il suo insegnamento e il suo impegno per la diffusione del judo hanno lasciato un segno indelebile nella storia di questa arte marziale. Abe è stato anche direttore del Dipartimento di Affari Internazionali del Kodokan e ha ricoperto numerosi altri ruoli di leadership nel mondo del judo.
Lezioni di vita e filosofia
Abe credeva fermamente che il judo fosse uno strumento per la formazione del carattere umano e per contribuire alla società. Sottolineava l’importanza del rispetto, della perseveranza e dell’educazione attraverso il judo. Il suo messaggio ai giovani era di non concentrarsi solo sulla vittoria e sulla sconfitta, ma di vedere il judo come un percorso di crescita personale e di contributo alla comunità. Abe ha anche sottolineato l’importanza della correttezza tecnica e della comprensione dei principi educativi del judo, come evidenziato da Jigoro Kano. Abe ha sempre creduto che il judo avesse un grande valore educativo e che dovesse essere insegnato nelle scuole per formare giovani con buoni comportamenti e valori.
Abe ha sempre sottolineato l’importanza di diversi tipi di randori (allenamenti di combattimento) per migliorare tecnicamente. Credeva che il randori dovesse essere praticato con diversi stati d’animo e intensità, a seconda del partner e del momento. Abe ha anche parlato dell’importanza di trasmettere lo spirito del judo durante la pratica, spiegando le relazioni e le attitudini necessarie nel judo. Ha sempre creduto che i professori di judo avessero una grande responsabilità nel preservare le ricchezze tecniche e filosofiche del judo per ogni generazione.
Abe ha sostenuto il movimento di riflessione per ritrovare i valori tradizionali del judo, noto come il movimento “Renaissance”. Ha elogiato la Francia per aver iniziato questo movimento e ha incoraggiato il Giappone a seguire questa direzione per riportare il judo alla sua vera forma e diffondere questa influenza in altri paesi.
Passaggi di grado
Data
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Grado
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Età
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29 luglio 1938
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Ingresso al Kodokan
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15 anni
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17 agosto 1938
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1° Dan
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15 anni
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15 agosto 1939
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2° Dan
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16 anni
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11 gennaio 1942
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3° Dan
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19 anni
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9 gennaio 1944
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4° Dan
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21 anni
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25 luglio 1946
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5° Dan
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23 anni
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24 luglio 1951
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6° Dan
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28 anni
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20 novembre 1957
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7° Dan
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35 anni
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1 maggio 1971
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8° Dan
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48 anni
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24 aprile 1992
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9° Dan
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69 anni
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8 gennaio 2006
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10° Dan
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83 anni
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