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Storia delle Arti Marziali Asiatiche

Dalle origini alla fondazione del Tempio Shaolin

Introduzione alle origini delle arti marziali

Le origini delle arti marziali sono antiche e complesse, e sono oggetto di dibattito tra gli studiosi. Alcuni ritengono che le prime forme di combattimento stilizzato si siano sviluppate in Mesopotamia e abbiano raggiunto l’Oriente attraverso la Via della Seta. Tuttavia, le culture marziali si sono sviluppate in modo indipendente in diverse parti del mondo e si sono influenzate reciprocamente attraverso lo scambio culturale. Di questo abbiamo già parlato alla pagina “La Storia delle Arti Marziali”, adesso invece ci concentreremo sulla storia delle arti marziali asiatiche.

Huang Di, l'Imperatore Giallo e lo studio del Chiao-ti

Huang Di
Huang Di (… –2597 a.C.)

Tra le leggende più attendibili c’è quella che fa risalire la nascita delle arti marziali asiatiche nel III millennio avanti Cristo. In quell’epoca regnava il leggendario Huang Di, l’Imperatore Giallo, considerato il progenitore dei Cinesi, che fu il primo a studiare una sorta di combattimento a mani nude denominato Chiao-ti, in cui i combattenti come tori si caricavano con la testa indossando “elmi cornuti”. Le truppe di Huang Di utilizzarono questo metodo di combattimento intorno alle ultime decadi del 2600 a.C., vincendo quella che è conosciuta come la battaglia di Zhuolu, per respingere la minaccia d’invasione da parte della tribù Jiuli, guidata da Chi You.

Poco tempo dopo (alcune fonti sostengono una cronologia inversa), le truppe dell’Imperatore Giallo affrontarono, uscendone di nuovo trionfanti, le truppe dell’Imperatore del Fuoco, Yang Di, nella battaglia di Banquan. Tuttavia, parte dei racconti sul leggendario imperatore è considerata, con molta probabilità, di derivazione mitologica, ma è certo che, nonostante l’epoca imperiale gialla sia lontana nel tempo, l’impostazione socio-culturale cinese risente tuttora della condotta illuminata di Huang Di.

Monaci studiosi del V secolo a.C. riferiscono che ancor prima del regno dell’Imperatore Giallo, esisteva un metodo di esercizi e tecniche di respirazione specifici per la salute del corpo, per la prontezza della morte e la tranquillità dello spirito, forse alla base delle pratiche tuttora proprie delle religioni del Medio Oriente, oltre a essere fondamentali negli esercizi yoga e in quelli cinesi per la longevità, anticipavano probabilmente quelli che sarebbero diventati in seguito i princìpi del taoismo che saranno alla base degli stili interni del wushu.

Origine del taoismo e prime fonti storiche

Fonti storiche più precise risalgono dall’XI al III secolo a.C., periodo in cui regnava la dinastia dei Chou. Nel periodo dal quinto al terzo secolo a.C. la Cina era suddivisa in piccoli stati in continua lotta fra loro, è la cosiddetta epoca degli “Stati Combattenti”.

Statua di Siddharta Gautama Buddha
Statua di Siddharta Gautama Buddha (566 a.C. – 486 a.C.)

Importante in questo periodo è la nascita del Buddhismo nel 560 a.C. per opera del principe Siddharta Gautama Buddha in India che ha influenzato in modo radicale le scuole di India, Cina e Giappone.

Nel corso della dinastia Chou visse Confucio (551-479 a.C.), il grande maestro del pensiero cinese, che, intorno al 500 a.C. esortava i giovani a praticare, oltre agli esercizi spirituali e allo studio, anche la pratica degli stili di combattimento come il tiro con l’arco, la scherma, la corsa con i carri e il pugilato, chiamato con diversi nomi: Wu-ni, Chi-chi, Chi-ni ecc.

Nello stesso periodo nacque anche Lao Tze (Laozi), detto “il vecchio”, autore del Tao Te Ching (il titolo dell’opera si può tradurre come “il classico della Via e della virtù”), considerata un’opera d’immenso valore culturale, che copre campi che vanno dalla filosofia, alla spiritualità individuale, alle dinamiche dei rapporti interpersonali. Il taoismo e l’arte del combattimento furono influenzati dal suo pensiero, legandosi così indissolubilmente a principi mistici ed esoterici quali la meditazione, la medicina tradizionale e l’alchimia.
La medicina cinese, la religione taoista, con la sua ricerca della longevità e dell’immortalità, e le arti marziali si svilupparono, da allora, sempre a stretto contatto l’una con l’altra.

All’epoca di Lao Tze e di Confucio, le arti marziali nobili erano: il tiro con l’arco e l’equitazione. Si trova comunque traccia, in questa epoca di un’arte praticata dalle caste nobiliari e da certi monaci (per ragioni evidenti, di protezione durante i loro pellegrinaggi, ma anche per ragione di certi insegnamenti taoisti, secondo i quali, la concentrazione poteva essere favorita dalla pratica costante di certi esercizi fisici).

Il tao è un’antica filosofia, che possiamo definire, superficialmente nel seguente modo: nel corpo umano, l’energia primordiale, o energia pre-natale, che nella sua forma naturale presiede alla conservazione della specie e dell’individuo, è trasformata attraverso l’esercizio della meditazione in energia vitale, detta ch’i.
Nel Tao Te Ching, Lao Tze descriveva le vere tecniche di respirazione che avevano lo scopo di aumentare la durata della vita di una persona. Questa è la prima testimonianza sopravvissuta sull’uso della respirazione per migliorare la circolazione del “Chi” e la durata della vita.
Saranno in seguito alcuni grandi taoisti a creare alcuni movimenti di difesa e in seguito a codificarli nello stile conosciuto con il nome di Tai Chi Chuan.
Dal Tao-Te-Ching, citiamo alcune massime di grande importanza per il nostro studio:

Il più cedevole nel mondo/Vince il più duro.
L’uomo nasce debole e delicato/Muore rigido e duro[…]/Così: rigido e robusto sono i modi della morte/Debole e flessibile sono i modi della vita.
La massima del buon combattente è:/Assecondare per mantenere l’iniziativa[…]/Vince colui che lascia.

L'esercito di terracotta nel mausoleo di Ch’in Shih-huang
L’esercito di terracotta nel mausoleo di Ch’in Shih-huang

Nel periodo della dinastia Chou visse anche Sun Tzu, il più famoso teorico cinese dell’arte bellica e autore del trattato “L’arte della guerra”, i cui suggerimenti sono anche da applicare al combattimento singolo.

Si narra che nel periodo degli Stati Combattenti esistessero i leggendari otto immortali ubriachi del taoismo, cavalieri erranti mercenari, detti Yu Hsieh. Lo storico Ssu Ma Chien, vissuto durante la dinastia Han, nel suo trattato storico, scrive che di queste persone, seppur mercenarie, erano decantate la sincerità e l’onestà. Le definiva persone degne di fiducia, che agivano con estrema decisione perché esperte di arti marziali. Le arti marziali asiatiche progredirono proprio grazie a queste figure eroiche. Sempre secondo Ssu Ma Chien il Chi-chi era sviluppato in particolar modo nello stato di Ch’in i cui abitanti erano abilissimi nel combattimento corpo a corpo.

Il primo imperatore della Cina e la distruzione degli antichi testi

Nel 221 a.C. il principe di Ying Zhéng (Handan, 260 a.C. – Shaqiu, 210 a.C.), si mise in armi contro gli Stati Combattenti, che vinse e unificò, formando un unico grande Stato e assumendo il nome di Ch’in Shih-huang, letteralmente “Primo Imperatore della dinastia Qin”, considerato il Primo Imperatore della Cina, poiché fu il primo sovrano storico a fregiarsi di tale titolo. La stessa parola “Cina” è fatta generalmente risalire a “Ch’in”.

Despota geniale e crudele, Ch’in Shih-huang instaurò una politica di assolutismo e centralismo monarchico spazzando via ogni traccia di feudalesimo. Fece costruire l’imponente esercito di terracotta e fu l’iniziatore della Grande Muraglia, unificò i pesi, le misure, le monete e la scrittura. Nel 213 a.C., su consiglio di Li Si, influente primo ministro, allo scopo di eliminare ogni traccia della tradizione che potesse costituire una minaccia al suo mandato imperiale, attuò il rogo dei libri e sepoltura degli eruditi, politica che durò fino al 206 a.C.; furono bruciati tutti gli antichi testi, fatta eccezione per quelli di medicina, di agricoltura e di divinazione (I Ching). Nel rogo andarono senza dubbio distrutti anche i libri di arti marziali asiatiche e questo spiega forse la scarsità di notizie pervenuteci sull’argomento.

Il Chang Kuo Chang, progenitore dello Shaolinquan

A Ch’in Shih-huang succedette Liu Bang (247–195 a.C.), nome personale dell’Imperatore Gao, comunemente noto in Cina con il suo nome templare Gao Zu, e fondatore della dinastia Han (206–220 d.C.), il quale in modo quasi definitivo modellò la cultura cinese.
Nel periodo della dinastia Han fiorisce la pace e la cultura e con esse si sviluppano notevolmente le arti marziali, diventate molto popolari che erano chiamate Chi Ch’iao che significa “abilità e talento”, oppure Shou Po ossia “mano che colpisce a pugno”. 

Nascono nuovi stili, e il maestro più importante che si ricordi è Kwook Yee (I secolo d.C.) che avrebbe fondato il primo stile veramente “schematizzato” chiamato Chang Kuo Chang (“l’arte della mano lunga” o la “boxe di lungo raggio”) che alcuni considerano il diretto progenitore dello Shaolinquan. Esso era apprezzabile per il suo concetto di combattimento a distanza, che preferiva al corpo a corpo ravvicinato, sviluppato dal Go-ti e dal Ch’ih Yu-Shi. Kwook Yee inaugurò uno stile che divenne rapidamente popolare tra i suoi contemporanei, anticipando l’avversario che si avvicinava colpendolo duramente alla distanza di un braccio. Pur essendo una tattica difensiva, l’arte della lunga mano fu perfezionata e migliorata fino al VI secolo d.C. tanto che un abile praticante era ritenuto in grado di battere avversari pesantemente armati usando solo mani e piedi nudi. Pan Ku, un famoso storico vissuto anch’egli nel primo secolo dopo Cristo, descrisse dettagliatamente nella sua “Storia degli Han” le tecniche marziali allora in voga e le strategie che erano utilizzate in combattimento.

La dinastia Han introdurrà in Cina anche il Buddhismo Mahayana (70-50 a.C.) detto del “Grande Veicolo”. Nel 184 d.C. scoppiò una rivolta popolare, cosiddetta dei “Turbanti Gialli” (nome che deriva dal turbante giallo che portava sulla testa il loro capo Zhang Jiao) guidata da una società segreta a sfondo taoista. Dopo alcuni anni fu repressa in modo crudele da alcuni capi militari, che lottarono poi a loro volta per il potere, spodestando la dinastia Han nel 220 d.C.

Le prime tecniche ispirate agli animali

Hua Tuo
Hua Tuo (~140–208)

Nel III secolo d.C. visse anche il famoso chirurgo taoista Hua Tuo (~140-208) che ideò un certo numero di esercizi ispirati a cinque animali: l’orso, il cervo, la scimmia, la gru e la tigre; questi esercizi, benché modificati e perfezionati dai successivi innovatori, formano ancora la base dell’odierna ginnastica del KungFu. Essi potrebbero aver ispirato la divisione dei sistemi di combattimento in forme animali, attribuita al tempio di Shaolin alcuni secoli più tardi, e presenti ancora oggi nella maggior parte degli stili di KungFu amalgamati a quelli di altri animali: serpente, topo, cavallo, mantide religiosa, drago ecc.
Hua Tuo affermava che la pratica regolare di questi esercizi, una forma di Wei Dan (Wei Chia), che definiva “i giochi dei cinque animali”, avrebbe “… guarito le malattie, rafforzato le gambe e assicurato la salute”.

Kuan Yu, eroe dei Tre Regni

Guan Yu
Guan Yu (160-219)

Dopo la dinastia Han, il regno si frantumò in tre stati: Wei a nord, Wu a sud-est e Shu a ovest, che combatterono tra loro per il potere; questo periodo, compreso tra il 220 e il 280 d.C. prende il nome di Periodo dei Tre Regni, forse il più ricco d’imprese eroiche della storia cinese, durante il quale le arti marziali e la scienza militare in generale, hanno avuto un incredibile sviluppo ottenendo sostanziali perfezionamenti. Le gesta degli eroi correvano sulla bocca di tutti e tante volte era difficile distinguere mito e realtà.

Questo è anche il periodo di uno degli eroi popolari più famosi: Kuan Yu (162-219). Le gesta di Kuan Yu, sono state rese famose dal “Romanzo dei Tre Regni”, scritto da Luo Guanzhong nel XIV secolo (1330-1400 circa), basato sul testo storico ufficiale sul periodo dei Tre Regni: le “Cronache dei Tre Regni”, che copre il periodo dal 189 al 280 d.C. e fu scritto da Chen Shou nel III secolo. Kuan Yu, maneggiava in maniera inimitabile l’alabarda che da allora, in suo ricordo, si chiama Kuan Tao ed è una delle armi fondamentali del KungFu Shaolin. Durante la dinastia Ming fu addirittura divinizzato e considerato Dio della Guerra. In suo onore furono eretti numerosi templi.

Fondazione del Tempio di Shaolin

Passato il periodo dei Tre Regni, vi fu una breve riunificazione, ma subito dopo la Cina del Nord conobbe un periodo d’invasioni barbariche che ebbe come conseguenza la sua frammentazione in piccoli stati e la separazione dalla Cina del Sud che rimase invece uno stato unitario.
Ciò portò la Cina nell’era che gli storici chiamano “Nord e Sud”, caratterizzata da un rinnovato fervore religioso buddhista, che vide la costruzione di molti templi e monasteri in tutto il paese.

Shaolin-si
Il tempio di Shaolin fondato nel 495 d.C.

Uno di questi templi fu il Tempio Shaolin-si. Divenuto famoso col semplice nome di Tempio Shaolin (Shorinji in giapponese, Sorisma in coreano), fu fondato nel 495 d.C.. Situato ai piedi del versante settentrionale del monte Songshan, nel distretto di Dengfeng, nella provincia dello Henan, nei pressi dell’antica capitale Luoyang (a 600 km a sud di Pechino). Davanti al cancello principale del tempio scorre il fiume Shao-xi, mentre una foresta d’altissimi pini secolari lo avvolge e lo protegge. Il nome del tempio significa “Tempio della Giovane Foresta” o “Tempio nella Fitta Foresta del Monte Shaoshi”. Entrambe le traduzioni sono corrette e comunemente usate.

L’allora imperatore Xiaowen della dinastia Wei settentrionale (386-557) fece costruire il tempio per ospitare il maestro indiano Batuo (Buddhabhadra). Come primo abate Shaolin, Batuo (Buddhabhadra) si dedicò alla traduzione delle scritture buddhiste e alla predicazione delle dottrine a centinaia di suoi seguaci. Ha tradotto scritture tra cui The Avatamsaka Sutra, The Nirvana Sutra, Vimalakirti Sutra e così via.

Secondo lo Xugaosengzhuan redatto da Daoxuan (596-667), il monastero fu fondato dall’imperatore della Dinastia Wei settentrionale, Xiaowen (conosciuto anche come Yuanhong, regno: 471-99) nel 496 sotto il nianhao Taihe, dopo che aveva fatto spostare la capitale a Luoyang.

In tempi più recenti, il tempio di Shaolin venne collegato alla pratica delle arti marziali. Il tempio è stato un importante punto di contatto tra la pratica meditativa buddhista e le nascenti arti marziali, per le quali i monaci divennero molto famosi in tutta la Cina. Secondo molti maestri la prima vera e propria arte marziale orientale fu quella praticata nel monastero, denominata shaolin-quan. Attualmente i monaci sono molto noti per la loro abilità nelle arti marziali.

Fu proprio in questo tempio che, nel 527, arrivò un altro monaco indiano, Bodhidharma (Ta-Mo in cinese, Daruma in giapponese) ritenuto il fondatore del Buddhismo Chan. Si diceva avesse attraversato il fiume Yangtze su una canna. Ha trascorso nove anni meditando in una grotta del Wuru Peak e ha iniziato la tradizione cinese Chan al Tempio Shaolin. Successivamente fu onorato come il primo patriarca del buddhismo Chan, ma di questo parleremo nel prossimo articolo.

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