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Glossario delle Arti Marziali

Avvertenze

Molti dei termini utilizzati nelle arti marziali hanno un’origine antica e sono in disuso nella lingua parlata. Inoltre essi provengono da svariate scuole (Ryu) che operavano in modo indipendente, mantenendo segrete le loro tecniche.
Per questo motivo, non è raro trovare le stesse espressioni o parole scritte con differente ortografia.
Nei casi in cui esistano parole diverse per esprimere lo stesso concetto, il termine alternativo è riportato sotto la descrizione.
Esempio:
Aikijutsu –  Tecnica dello spirito armonioso. Antico ramo del jujutsu basato sul principio del coordinamento tra attacco e difesa. Fu fondato in Giappone da Shinra Saburo Miyamoto durante l’era Kamakura (1185-1333).
– Synonyms: Aikijitsu, Aikijujitsu, Aikijujutsu

Premessa

La lingua giapponese non ha un alfabeto simile al nostro, ma una scrittura mista ideografica e fonetica che si basa essenzialmente sull’uso di ideogrammi cinesi detti kanji (kan = antico nome della Cina; ji = carattere) e si avvale di due sillabari denominati hiragana (hira = comune, gana = carattere prestato: carattere prestato di uso comune) e katakana (kata = parte; kana = carattere prestato: carattere prestato in parte). I kanji vengono impiegati per rappresentare tutte le parole che hanno un preciso significato e si compongono generalmente di due parti:

  1. una, chiamata “radicale”, fornisce il significato generico del carattere;
  2. l’altra, detta “fonetica”, consente la lettura del carattere stesso.

Il sillabario hiragana viene usato per scrivere le parti del discorso che non hanno significato proprio (ad es. preposizioni, prefissi, suffissi ecc.); con il katakana vengono invece scritti termini scientifici o parole di origine straniera escluse quelle cinesi. I sillabari sono formati da segni sillabici nei quali sono rappresentati tutti i suoni fondamentali della lingua, suoni che non possono mai essere separati. Tali suoni si dividono in: “puri” o “fondamentali” (seion), “impuri” (dakuon), “semi-puri” (handakuon) e “contratti” (yoon).

La traslitterazione degli ideogrammi in caratteri latini prende il nome di romaji (roma = Roma + ji = segno: “segno di Roma”). Essa è dovuta ai Padri Gesuiti che la utilizzarono fin dal 1549 per la trascrizione di testi religiosi. Tuttavia si è dovuto attendere che si aprissero i rapporti con l’occidente perché tale tipo di scrittura fosse utilizzato anche per rendere più accessibile l’apprendimento della lingua giapponese.

Rispetto alla lingua italiana, la pronuncia non presenta molte diversità; tuttavia si segnalano le più ricorrenti:

  • ch = si pronuncia come la c di “cera”
  • g = si pronuncia con il suono gutturale della g di “governo”
  • h = è sempre aspirata
  • j = si pronuncia come la g di “gelato”
  • sh = si pronuncia come la sc di “scena”
  • tsu = si pronuncia tsu all’inizio di una parola e zu di “zucchero” all’interno o in una parola composta.
    Va rilevato che molti Autori di libri, per facilitare il lettore, scrivono direttamente le parole come si pronunciano (ad es. gjaku-zuki invece di gjaku-tsuki)
  • u = nelle sillabe “su” e “tsu” è quasi muta
  • w = si pronuncia come la u
  • y = per i giapponesi è una consonante e si pronuncia i

*NOTA – In giapponese non esiste la lettera L (elle) e quindi neanche il corrispondente suono; perciò, per trascrivere parole che la contengono, viene usata la lettera R (erre). Non esiste neppure il suono della V (vu).

Spesso accade che più vocaboli dal suono simile (ovvero dalla pronuncia simile) abbiano un significato molteplice e, a volte, del tutto diverso. Anche nella lingua italiana ciò si verifica con vocaboli che si scrivono nello stesso modo (ad es.: pesca = il pescare e pesca = il frutto); per evitare eventuali equivoci, ci si avvale degli accenti (pésca e pesca) che modificano anche la relativa pronuncia. Nella scrittura giapponese, anche se i suoni sono o possono sembrare simili, gli ideogrammi sono differenti. Per evidenziare tale diversità, quasi sempre in questo glossario le parole dal suono uguale o simile, aventi le radicali diverse, sono ripetute nella elencazione; mentre, se le radicali sono uguali, i diversi significati hanno l’indicazione numerica (1); (2); ecc.

Per eufonia, nelle parole composte, alla seconda parola componente viene sostituita la prima sillaba con consonante sorda (suono puro) con la corrispondente sillaba che ha consonante sonora (suono impuro); ad esempio: ha diventa ba (ashi-barai e non ashi-harai) shi diventa ji (hiza-jime e non hiza-shime). Tale cambiamento si dice nigorizzazione (da nigori = impurità).

Tra l’altro, nella lingua giapponsese la costruzione della frase risulta capovolta rispetto alla nostra. Ad esempio, la frase italiana “dita del piede” in Giappone viene detta “piede del dita” (ashi-no-yubi). Non esistono gli articoli ed i pronomi relativi; mancano il genere ed il numero che, comunque, si deducono dal contesto del discorso.

Legenda

  • (cfr.) = confronta
  • (lett.) = traduzione letterale
  • (nig.) = nigorizzazione: sostituzione, nel secondo componente, della prima sillaba sorda (suono puro) con la corrispondente sillaba sonora (suono impuro); ciò si verifica nelle parole composte o quando si aggiungono particelle ausiliarie (prefissi o suffissi)
  • (p.es.) = per esempio
  • (pref.) = prefisso
  • (prep.) = preposizione
  • (suf.) = suffisso
  • (v.) = verbo

Questo glossario è in continua evoluzione e aggiornamento, e come in tutte le opere umane, malgrado il massimo impegno per evitare errori, non si può escludere la presenza di qualche imperfezione. Per consentirci di migliorare il nostro glossario delle arti marziali, vi saremo grati per ogni suggerimento o segnalazione che vorrete inviarci all’indirizzo: info@martialnet.it

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Ji -  (1) Parola; (2) Carattere; (3) Lettera.
Ji-ta-kyo-ei -  o jita kyoei: forma contratta di ji-ta-yu-wa-kyo-ei, (lett.) mutua (reciproca) prosperità. Il judo è stato definito dal Prof. Jigoro Kano ji-ta-kyo-ei e sei-ryoku-zen'yo, cioè "reciproca prosperità" ottenute attraverso "il miglior impiego dell'energia".
Ji-ta-yu-wa-kyo ei -  (lett.): mutua (reciproca) prosperità. Il judo è stato definito dal Prof. Kano ji-ta-kyo-ei e sei-ryoku-zen'yo, cioè “reciproca prosperità" ottenute attraverso "il miglior impiego dell'energia”.
Jigo -  Difesa; difensiva.
Jigo-hon-tai -  Posizione difensiva fondamentale.
Jigo-tai -  Posizione difensiva.
Jigoku -  Inferno; infernale.
Jigoku-jime -  Strangolamento infernale (Ne-waza; Shime-waza).
Jikan -  (1) Tempo da cronometrare; (2) Pausa; (3) Limite di tempo.
Jikan -  Ora; tempo; periodo.
Jiku -  (1) Asse; (2) Lancia; (3) Freccia.
Jime -  Compressione alla gola; strangolamento; soffocamento (nig. cfr. Shime).
Jin -  Umanità; benevolenza; carità.
Jin-do -  Sentiero dell'umanità.
Jitsu -  Tecnica; arte (cfr. jutsu).
Jo -  Area di circa quattro piedi di lato.
Jo -  Ragazza; donna non sposata.
Jodan -  (1) La parte alta (del corpo); (2) Alto livello.
Jodan ni kamaeru -  Assumere la posizione di guardia alta.
Jomyaku -  Vena.
Joseki -  Posto d'onore. Nel judo: lato superiore dell'area dei Kata dove si allineano tutti gli insegnanti; gli istruttori e gli allenatori si posizionano alla destra del Maestro.
Jotai -  Parte superiore (del corpo).
Joza -  (cfr.) Kamiza.
Jozu -  Abile; esperto.
Ju -  (Anticamente jiu): cedevole, gentile, adattabile. Questa parola, derivata dalla filosofia Taoista, indica l'opposto di duro, del rigido, estremo, irragionevole. L'uso di ju nel judo non sta ad indicare cedevole come sinonimo di facile ma come ragionevole, efficace.
Ju -  (1) Decimo; (2) Dieci.
Ju-dan -  Decimo dan.
Ju-jutsu -  (anche ju-jitsu, jiujitsu): L'arte gentile; originario sistema di difesa/offesa dal quale trae origine il judo; nome che, in Giappone, include molte forme di combattimento corpo a corpo.
Ju-no-kata -  La dimostrazione delle tecniche della gentilezza o dell'adattabilità.
Ju-no-seigoo -  La dolcezza controlla la durezza; il debole controlla il forte.
Judo -  (lett.) Via della cedevolezza. Disciplina di combattimento a mani nude d'attacco e di difesa, ideata dal Prof. Jigoro Kano in Giappone nel 1882, che ha come fine il miglior impiego dell'energia in tutti i campi della vita. Per saperne di più.
Judo kyohon -  I fondamenti del judo.
Judogi -  Tenuta per la pratica del judo (casacca e pantaloni).
Judojo -  Sala di judo.
Judoka -  Praticante di judo.
Judoshugyosha -  Praticante di judo al di sotto del 4° Dan.
Juichi-dan -  Undicesimo dan (grado mai assegnato in segno di rispetto al fondatore del judo Shi-han Jigoro Kano 12° dan a rimarcare l'incolmabile abisso che lo separa dagli altri praticanti).
Juji -  (lett.) Segno dei dieci; croce (non avendo, nella loro lingua, la parola croce, i Giapponesi hanno usato l'ideogramma corrispondente al loro numero dieci (+) che corrisponde al segno della nostra croce).
Juji-gatame -  Immobilizzazione a croce.
Juji-jime -  Strangolamento a croce.
Jukuren -  Abilità; destrezza.
Jukuryo -  (1) Pronto; (2) Risoluto.
Jukuryo danko -  Pronto all'azione.
Juni -  (1) Dodici; (2) Dodicesimo; (3) Dozzina.
Juni-dan -  Dodicesimo dan.
Jushin -  Centro di gravità.
Jutsu -  Tecnica; arte (cfr. jitsu).
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