Storia dell'aikido
Dalle origini alla diffusione in Giappone e nel mondo
Morihei Ueshiba e lo sviluppo dell'aikido
La storia dell’aikido si fonde necessariamente con quella del suo fondatore, Morihei Ueshiba (Tanabe 14 dicembre 1883 – Tokyo 26 aprile 1969), verso il quale i praticanti di aikido si riferivano con il termine O’Sensei (Grande Maestro).
L’aikido è un’arte marziale relativamente moderna (nel 1942 assume infatti formalmente questo nome staccandosi dall’aikijutsu). Sarebbe ben difficile comprendere lo spirito e la pratica dell’aikido senza conoscere le condizioni per le quali esso si è sviluppato ed evoluto, nel modo in cui noi lo conosciamo, partendo dalle arti marziali tradizionali giapponesi.
L’aikido ha, infatti, conosciuto due distinte fasi evolutive che possono essere identificate in modo abbastanza agevole: la prima intimamente collegata al percorso evolutivo dello studio del Budo giapponese da parte del fondatore e una seconda a partire dagli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, periodo in cui l’aikido iniziò la sua rapida affermazione nel mondo intero, in modo particolarmente veloce e ramificato a decorrere dagli anni successivi alla morte del suo fondatore.
Il risultato dei suoi sforzi ha originato un’arte marziale che affonda i suoi principi etici nel codice dei samurai mondato da finalità violente grazie alla coscienza di un’armonia Universale che lega ogni cosa.
Ueshiba studiò ju-jutsu alla Tenshin Shin’yo-ryu sotto la guida del maestro Tozawa Tokusaburo nel 1901, per passare poi tra il 1903 e il 1908 alla Goto-ha Shingan Yagyu-ryu con il Maestro Nakai Masakatsu, praticò inoltre judo sotto Kiyoichi Takagi nel 1911, tuttavia, la sua formazione assunse notevole importanza nel 1915 quando iniziò a studiare aikijujutsu alla Daito-ryu con il Maestro Sokaku Takeda, rimanendo affiliato alla Daito-ryu per i prossimi 22 anni.
In questo periodo inizia l’epoca dello Ueshiba-ryu, il quale chiama inizialmente lo stile di arti marziali da lui praticato aikibujutsu e in seguito aikibudo, evidenziando forse, la decisione di prendere le distanze dalla Daito-ryu.
Indipendentemente da ciò, l’arte del Maestro Ueshiba è stata fortemente influenzata da due cose: primo, la formazione di Ueshiba nella Daito-ryu, e in secondo luogo, la voglia di Ueshiba di iniziare a cercare qualcos’altro nella vita e nella formazione, che lo portò, nel 1919, a incontrare per la prima volta Onisaburo Deguchi, capo carismatico della setta religiosa Omoto-kyo da cui sarà fortemente influenzata l’ispirazione dell’evoluzione spirituale di Ueshiba. L’obiettivo di questa setta era l’unificazione di tutta l’umanità in un “regno celeste sulla terra”, che ha portato l’aikido ad avere uno spiccato aspetto filosofico.
Quest’arte che esprime la filosofia di O’Sensei di armonia, protezione e amore, ha avuto un gran numero di seguaci dagli inizi del 1920. Nel 1927 O’Sensei, si trasferisce con la famiglia a Tokyo, nel distretto di Shiba Shirogane, e in una sala provvisoriamente concessagli dal principe Shimazu, inizia l’insegnamento della “Via dell’Aiki” aggiungendo alle tecniche apprese alla Daito-ryu le sue conoscenze specifiche relative alle tecniche di lancia (sojutsu) e di spada (kenjutsu), di cui era un rinomato esperto, creando così il metodo uchi-komi, una sorta di “kata che vive”, che è considerato tipico dell’aikido.
Pochi anni dopo fondò la Budo Enhancement Society e divenne il suo capo istruttore.
Dal 1926 il nome del Maestro comincia ad essere conosciuto ed eminenti studiosi di Arti marziali gli rendono visita, uno sopra tutti, Jigoro Kano fondatore del judo Kodokan che, nel 1930 andò a fargli visita nel suo Dojo nella località di Mejirodai, dove si era temporaneamente spostato Ueshiba. Jigoro Kano, vedendo Ueshiba praticare il suo aikibudo, esclamò: “… ecco il mio Budo ideale…” e immediatamente inviò alcuni dei suoi migliori studenti del Kodokan, tra i quali Minoru Mochizuki e Jiro Takeda, a studiare presso Ueshiba.
Nel 1931, dopo essere passato attraverso alcune altre sistemazioni di fortuna, inizia l’attività del Dojo Kobukan a Wakamatsu-cho, Shinjuku, Tokyo, che diventerà poi il centro mondiale dell’aikido (Hombu Dojo Aikikai).
Nascita della Fondazione Aikikai e la diffusione dell'aikido in Giappone
Nel 1940 la Fondazione Kobukai è ufficialmente riconosciuta dal governo giapponese: inizia a Iwama-Machi, nella prefettura di Ibaraki, l’allestimento di un luogo all’aperto per la pratica. Nel 1942 è ufficialmente adottato il nome aikido. Nello stesso anno il figlio Kisshomaru Ueshiba diviene Presidente della Fondazione Kobukai. È questa l’epoca, dal dopoguerra in poi, in cui l’aikido fu presentato al pubblico (fino ad allora la sua pratica era ancora riservata a un’élite d’individui scelti con cura in Giappone) e si venne a diffondere in tutto il mondo.
Da quel momento in poi è un continuo progresso della diffusione della pratica, tale da permetterle di essere tra le prime arti marziali a essere autorizzata a riprendere il suo insegnamento pubblico nel 1948, dopo gli accadimenti della seconda guerra mondiale e delle conseguenze interne al Giappone. Le tendenze pacifiste contenutevi hanno avuto sicuramente un peso nella decisione.
Nel 1947-1948 avvenne la riorganizzazione del Kobukai che diventa Fondazione Aikikai e Kisshomaru Ueshiba assume l’incarico di Direttore Generale della Fondazione Hombu Dojo.
In questi anni emerge la figura di Koichi Tohei, 8º dan, uno fra i migliori allievi del fondatore dal quale, negli anni dell’immediato dopoguerra, ricevette l’incarico di rappresentarlo quando eccellenti praticanti di altre arti marziali provenienti dall’intero territorio del Giappone ed anche dall’estero, increduli sull’efficacia delle armoniose e non violente tecniche d’aikido, si recavano personalmente all’Hombu Dojo Aikikai di Tokyo per sfidare la fama d’invincibilità che l’aikido si stava procurando: nessuno di questi sfidanti fu mai in grado di superare il primo incontro con il valentissimo Tohei, per cui il fondatore non ebbe mai più bisogno di rispondere personalmente ad alcuna delle sfide che in quegli anni ancora si usava portare ai capiscuola dei vari stili delle arti marziali.
La diffusione dell'aikido nel mondo
Negli anni ’50 l’aikido inizia a diffondersi nel mondo per opera dei migliori allievi del Maestro Ueshiba, tra cui il citato Minoru Mochizuki, che nel 1951 durante una sua visita in Francia per insegnare judo agli studenti, introdusse per primo le tecniche di aikido al di fuori del Giappone. Fu seguito da Tadashi Abe nel 1952 che venne come rappresentante Aikikai Hombu ufficiale, rimanendo in Francia per sette anni, mentre Kenji Tomiki insieme con una delegazione di varie arti marziali partecipò a un tour attraverso quindici Stati continentali degli Stati Uniti nel 1953. Più tardi, in quello stesso anno, Koichi Tohei è stato inviato da Aikikai Hombu alle Hawaii, per un anno intero, dove ha fondato diversi dojo. Questa è stata seguita da diverse altre visite ed è considerata l’introduzione formale dell’aikido negli Stati Uniti. In seguito l’aikido è arrivato nel Regno Unito nel 1955; in Italia nel 1964 per opera del Maestro Hiroshi Tada; Germania e Australia nel 1965. Designato “delegato ufficiale per l’Europa e l’Africa” di Morihei Ueshiba, Masamichi Noro arrivò in Francia nel settembre 1961.
L’indiscussa superiorità e qualità tecnica dell’aikido praticato da Tohei, fece sì che nel maggio del 1956 il fondatore stesso gli conferisse l’incarico di “Capo del corpo insegnanti” (Shihan Bucho) dell’Hombu Dojo Aikikai e lo designasse quale inviato ufficiale e proprio rappresentante nelle prime occasioni di presentazione dell’aikido all’estero.
Al momento della morte del suo fondatore, avvenuta il 26 aprile 1969, l’aikido è conosciuto e praticato in tutto il mondo e tuttora continua ad attrarre sempre più persone, conservando lo spirito originario, che lo rende così unico per il grande contenuto tecnico e spirituale.
Ai fini della diffusione dell’aikido nel mondo va certamente ricordata la figura di Kisshomaru Ueshiba, figlio del fondatore, che grazie al proprio impegno ha reso possibile alla disciplina aikido di evolversi dallo stato di Ryu (piccola scuola tradizionale) a pratica che conta decine di migliaia di praticanti in tutto il mondo. L’aikido può essere, oggi, interpretato in vari modi.
Conclusioni
Senza l’opera paziente di Kisshomaru Ueshiba l’aikido, forse, non sarebbe praticato al di fuori del Giappone. A volte capita che qualcuno se ne dimentichi.
Anche il Maestro Kisshomaru Ueshiba ci ha lasciati il 4 gennaio 1999 ma la forza del nome Ueshiba continua a essere protagonista attraverso l’opera del nipote del fondatore; Moriteru Ueshiba, terzo Doshu (capo ereditario) dell’Aikikai, che seguendo le orme famigliari conserva la tradizione e i contenuti dell’aikido.
Il sistema in cui l’erede nelle scuole di arti marziali è il figlio (naturale o adottato per motivi di successione) del precedente Maestro era comune nelle ko-ryu (scuole tradizionali) e ci si riferiva a esso come iemoto.