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Storia del taekwondo

Dalle origini alla sua diffusione internazionale

Le origini delle arti marziali coreane

È stato ipotizzato che il taekwondo non sia un’arte indigena coreana, ma una sintesi delle arti marziali cinesi e giapponesi. La leggendaria origine delle arti marziali è attribuita a Bodhidharma, un monaco buddhista, in India.

Muyong-chong
Pittura murale trovata sul tetto della tomba reale di Muyong-chong. Questa tomba fu scavata nel 1935

Bodhidharma viaggiò in Cina nel VI secolo d.C. e fondò il famoso monastero di Shaolin, dove insegnò metodi per formare il corpo e lo spirito. Il buddhismo insegnato da Bodhidharma, in seguito combinato con i principi della I-Ching e il taoismo, costituirono la base per le arti marziali cinesi: kung fu, tai chi e kempo.
I primi documenti nei quali viene espressamente citata la pratica del taekwondo, secondo alcuni ricercatori, risalgono circa al 50 a.C., riferendosi a dipinti murari rinvenuti nel 1935 da alcuni archeologi in due tombe reali (Muyong-chong e Kakchu-chong) della dinastia Koguryo, raffiguranti due uomini durante un combattimento a mani nude. Le tecniche raffigurate sono virtualmente identiche a quelle impiegate nel moderno taekwondo, e i dettagli visibili come l’uso della mano o le posizioni di combattimento sono ancora presenti nella disciplina Coreana, dimostrando un’attualità sorprendente. Probabilmente si tratta della forma originaria chiamata tae kyon, derivata dalla fusione di alcune tecniche di lotta coreane e del kempo cinese.
Altri ricercatori non condividono questa ipotesi, secondo questi ultimi, infatti, i dipinti tombali del 50 a.C. rappresenterebbero semplicemente due persone nell’atto di danzare.

I Tre Regni

In tale periodo la Corea era divisa in tre regni:

Tre Regni di Corea
I tre Regni di Corea

  • Il regno Koguryo (37 a.C. – 668 d.C.), che si estendeva nella valle fluviale del fiume Yalu.
  • Il regno Paekje (18 a.C. – 660 d.C.), sviluppatosi nel sud-ovest della penisola coreana.
  • Il regno Silla (57 a.C. – 935 d.C.), il più piccolo, localizzato nella pianura di Kyongju.

Anche se, come detto, i natali devono essere attribuiti alla dinastia Koguryo, esistono anche testimonianze di forme primitive di arti marziali nel regno di Paekje, nonché nel Regno di Silla.
Fu in quest’ultimo luogo dove l’arte marziale della Corea raggiunse il suo livello più alto, ed è sicuramente alla dinastia Silla che si deve la rapida espansione e diffusione del taekwondo.
I tre regni erano costantemente in guerra per il territorio: Silla, il più piccolo, meno potente e meno armato rispetto ai due regni confinanti, viveva sotto la costante minaccia di un’invasione militare, e inoltre subiva le continue scorrerie dei pirati giapponesi (gli Wako), che mettevano incessantemente al saccheggio le sue coste.

Gli Hwarang e l'unificazione della Corea

È in questo periodo che il re Gwanggaeto, il diciannovesimo reggente della dinastia monarchica di Koguryo, spedisce un contingente di cinquanta mila soldati nella vicina Silla, per aiutare il piccolo regno a sconfiggere i pirati. È proprio in tale frangente che il tae kyon viene introdotto nella classe guerriera del regno.

Antichi Guerrieri Hwarang
Antichi Guerrieri Hwarang

Pertanto, nei primi anni del VI sec. d.C., sotto il regno di Chin Heung, ventiquattresimo re di Silla, furono addestrati uomini, in grado di garantire l’integrità dei confini del regno, gli Hwarang (Hwa = fiore, Rang = giovane).
Lo Hwarang Do (la via della fratellanza fra gli uomini) era un’organizzazione costituita reclutando i giovani. I capi vengono selezionati tra tutti i figli della nobiltà reale di età compresa tra i sedici e i venti anni, mentre i cadetti (Nangdo), scelti fra la nobiltà non reale, costituiscono un totale che varia dalle 250 alle 1000 unità. I giovani, oltre che alla pratica del tae kyon, in accademia venivano educati in molte discipline, incluse la storia, la morale buddhista, etica, la filosofia confuciana, l’equitazione, la scherma, la tattica militare, il tiro con l’arco, etc.
La vita all’interno dello Hwarang Do e l’educazione che ogni giovane guerriero doveva conoscere e rendere fondamento della propria vita, era basata sui cinque principi fondamentali della condotta umana stabiliti dal saggio monaco buddhista Wonkang:

  • Essere fedele alla propria patria
  • Essere obbediente ai propri genitori
  • Essere leale con i propri amici
  • Non ritirarsi mai in battaglia
  • Non uccidere senza giusto motivo

Oggi tali principi, con gli opportuni aggiustamenti e senza snaturarne la vera essenza, sono ancora presenti nel taekwondo moderno sotto questa forma:

  • Fedeltà per la propria patria
  • Rispetto per i propri genitori
  • Fedeltà alla propria sposa
  • Rispetto per i propri fratelli
  • Lealtà verso i propri amici
  • Rispetto per gli anziani
  • Rispetto per i propri insegnanti
  • Non uccidere senza giusto motivo
  • Possedere uno spirito indomabile
  • Fedeltà alla propria scuola
  • Terminare ciò che si inizia

Guerrieri Hwarang
Guerrieri Hwarang

Così come i cinque originali, questi moderni assiomi sono usati per promuovere lo sviluppo morale degli allievi del taekwondo e nessun praticante, che non abbia compreso a fondo questi principi, può sperare, in futuro, d’insegnare la vera essenza dell’arte.
Nonostante tutte queste qualità guerriere, gli Hwarang possedevano una solida cultura di base e grande conoscenza di poesia, canto, danza. Venivano, per questo, incoraggiati a intraprendere viaggi sul territorio peninsulare per diffondere le loro conoscenze alle popolazioni delle regioni limitrofe.
Questi guerrieri erranti sono quindi i responsabili della diffusione del tae kyon attraverso la Corea. Sacrificio e devozione verso quest’arte marziale li ha resi non solo efficaci e temibili guerrieri, ma uomini pieni di grande spiritualità.
Legati ai loro usi e costumi i Silla furono gli ultimi ad abbandonare l’organizzazione tribale per costituirsi in regno. Fino al VI secolo infatti si distinsero come una società fortemente conservatrice, vincolata ad antiche consuetudini e restia ad aprirsi agli stranieri. Nonostante questo a partire dal 660, guidato dal sovrano Muyol, il regno conobbe una tale fase di espansione che lo portò, nell’arco di alcuni decenni, a sottomettere i vicini regni con l’appoggio della dinastia cinese dei Tang e a formare il primo regno unitario coreano noto come Grande Silla, in seguito alle vittorie riportate contro i regni di Paekje nel 660 e di Koguryo nel 668.
Terminata la guerra di unificazione, la penisola coreana attraversò un lungo periodo relativamente pacifico.
Tra il 668 e il 935 d.C., gli appartenenti al Hwarang Do si dedicarono alla diffusione del tae kyon che cominciò a essere conosciuto anche dagli strati sociali non aristocratici, affermandosi come attività ludico-sportiva per il mantenimento della forma fisica, e fu grazie a loro che prese definitivamente la forma di un’arte marziale trasformandosi lentamente in taekwondo.

Dinastia Koryo

Taejo of Goryeo
Re Taejo (877-943)

Nel 935, il ribelle Wang Kon obbligò l’ultimo re di Silla ad abdicare e si proclamò re del Neo-Koguryo (Koryo, abbreviazione del nome Koguryo da cui deriva il nome Corea), regno che durerà fino al 1392. Durante questo periodo si ebbe un’enorme diffusione del tae kyon: fu infatti durante il regno di Ui Jong, tra il 1147 e il 1170, che essa riconquistò il suo carattere marziale diffondendo presso l’esercito come addestramento militare al combattimento. Per motivare ulteriormente le truppe venivano indette delle gare d’abilità e relativi livelli d’idoneità necessari per l’avanzamento di grado.
Il periodo di riforme e prosperità avviato da Wang Kon, ribattezzato re con il nome di Taejo (grande progenitore), si esaurì sotto i suoi successori, incapaci di arginare la corruzione dilagante, le rivalità tra i funzionari politici e militari e le profonde disuguaglianze sociali.
Questo clima d’instabilità politica e sociale favorì, a partire dall’XI secolo, le invasioni di diversi popoli nomadi: dopo i Khitan e gli Jurgen, nel XIII secolo arrivarono le devastanti invasioni dei Mongoli (1231), che razziarono il paese fino alla pace siglata con Kublai Khan nel 1270. Questa comportò una netta dipendenza politica dei sovrani coreani nei confronti della dinastia mongola Yuan, gravose conseguenze economiche e fiscali, ma anche un importante risveglio culturale favorito dai nuovi contatti con altri popoli.
Il progressivo declinare degli Yuan nella Cina nel XIV secolo, culminato nel 1368 con l’instaurazione della dinastia Ming, portò al risveglio dello spirito d’indipendenza coreano, che trovò il suo maggiore interprete nel re Kongmin, salito al trono nel 1352. Dopo aver espulso i mongoli dal territorio e allontanato l’aristrocazia corrotta, Kongmin fu però assassinato dagli oppositori, che fecero precipitare il regno in un ventennio di lotte per il potere, terminato nel 1392 con la salita sul trono di Yi Song-gye con il nome regale di Yi Taejo, capostipite della dinastia Yi.

Dinastia Yi

Regno Choson
Regno Choson (1392-1910)

Il periodo della dinastia Yi, conosciuto anche come età del Regno Choson, si può suddividere in due parti. I primi duecento anni, fino al re Sejong, furono caratterizzati da pace, prosperità e buon governo. I primi sovrani Yi formarono una struttura politica e sociale che fu capace di sopravvivere fino al 1910. Essi edificarono la nuova capitale Hanyang (l’odierna Seul) e misero al bando il buddhismo, considerato alla stregua di una superstizione, per lasciare posto al cosiddetto neoconfucianesimo, che prescriveva uno stile di vita semplice e rigoroso.
L’ampio spazio lasciato alla cultura, se da un lato favorì l’istruzione del popolo, insieme a importanti progressi scientifici e letterari, dall’altro portò a un progressivo indebolimento dell’esercito e a pericolose divisioni all’interno della classe dirigente che compromisero nuovamente la stabilità delle istruzioni.
Proprio la dinastia Yi fu la prima a lasciare degli scritti sull’antica arte marziale coreana che nel tempo aveva mutato il suo nome da tae kyon a soo bakh. L’aristocrazia confuciana non doveva essere dedita alle arti marziali, ma alla musica, alla poesia e al canto, cosicché il soo bakh rimase una pratica diffusa soltanto presso i ceti meno nobili della popolazione.
In seguito la breve invasione giapponese alla fine del XVI secolo (1592-1597) segnò per il regno Choson il passaggio a un periodo di debolezza e caos politico, di cui approfittarono i Manciù che, tra il 1627 e il 1637, ridussero la Corea a stato vassallo della Cina. Seguì un periodo d’isolamento ma anche di relativa pace, protrattosi sino alla fine del XVIII secolo, quando profondi cambiamenti economici e sociali tornarono a scuotere le strutture portanti dello stato, anche per effetto del diffondersi del cristianesimo, introdotto nel 1784 che apportò elementi nuovi e inaspettati nella cultura tradizionale.
Il mutare della situazione internazionale alla fine del XIX secolo determinò anche una nuova collocazione politica per la Corea, che entrò gradualmente nella sfera di influenza di Russia, Giappone, Francia e Stati Uniti. Nel 1876 i giapponesi costrinsero il paese a stringere con loro relazioni diplomatiche e commerciali, imponendo l’apertura di alcuni porti.

Il controllo giapponese

Protesta Coreana
Una delle manifestazioni di protesta coreane contro il dominio giapponese

Dopo le vittoriose guerre contro la Cina del 1894-95 e contro la Russia del 1904-1905, Tokyo annetté formalmente la Corea, prima in forma di protettorato e dal 2 agosto 1910 in qualità di colonia con il nome di Governatorato Generale Choson. Fu un triste periodo che si protrasse per circa 36 anni, durante i quali il Giappone tentò di cancellare alcuni tratti della cultura coreana, rendendo tutti gli sport competitivi e le arti marziali coreane, compreso il soo bakh, un’attività illegale, imponendo nelle scuole coreane lo studio delle arti marziali giapponesi come il judo, il kendo, il karate e l’aikido.
Gli effetti principali dell’oppressione giapponese sulla pratica del soo bakh furono sostanzialmente due: da una parte quest’arte marziale fu fortemente influenzata dal karate, l’arte marziale nipponica, ereditando da essa movimenti più lineari e veloci.
Durante la seconda guerra mondiale, infatti molti coreani furono obbligati ad arruolarsi nell’esercito giapponese e costretti ad imparare il karate.
Dall’altra, nel territorio coreano si diffusero alcune “sacche di resistenza” in cui il soo bakh, che nel frattempo aveva mutato il suo nome in soo bakh do, veniva praticato clandestinamente.
L’isolamento dei pochi maestri che tenacemente tennero viva la tradizione di quest’arte marziale, e le influenze degli stili giapponesi e cinesi, portarono alla formazione di diverse scuole dette Dojan (luogo dove si segue la Via) e di diversi stili detti Kwan.

L'unificazione del taekwondo e la sua espansione

L’occupazione giapponese cessò solo il 15 agosto 1945 con la sconfitta subita dal Giappone nella seconda guerra mondiale. A quel punto il soo bakh do era diviso in otto Kwan:

  • Chung Do Kwan
  • Moo Duk Kwan
  • Yun Moo Kwan
  • Chang Moo Kwan
  • Oh Do Kwan
  • Ji Do Kwan
  • Chi Do Kwan
  • Song Moo Kwan

Ogni Dojan affermava d’insegnare la pratica originaria del soo bakh do, pochi tuttavia potevano vantarsene in quanto la conservazione e la custodia dell’antica arte marziale era stata affidata a poche elette famiglie dell’antica nobiltà coreana.

Choi Hong-hi fondatore del taekwondo
Choi Hong-hi (1918-2002)

È in questo periodo che acquista importanza la figura del Generale Choi Hong-hi, “padre del taekwondo moderno”, profondo cultore dell’arte coreana. L’unificazione di tutti questi stili di soo bakh do avvenne grazie alla sua opera. Nel 1955, dopo aver indetto una storica tavola rotonda, a cui parteciparono i più prestigiosi maestri coreani, venne finalmente codificata e creata una nuova arte marziale. Il nome scelto per la “nuova” ma pur antica arte marziale fu taekwondo, un nome più simile al vecchio tae kyon.
Nel 1959 fu fondata la Korea Taekwondo Association (KTA) con Choi Hong-hi come presidente, ma la più grande scuola coreana, Chung Do Kwan, insieme con l’associazione Chi Do Kwan decidono di separarsi e di creare l’Associazione Soo Bakh Do, grande rivale della KTA. Quando il governo coreano nel 1962 si schiera con la KTA, molti artisti marziali si integrarono in essa, il nome Taekwondo venne accettato dalla maggioranza del popolo coreano, e iniziò la sua espansione internazionale. Le associazioni di Tae Soo Do cambiarono per la nuova arte, tranne Moo Duk Kwan che registrò il Tae Soo Do come associazione ufficiale.
Nel 1966, a causa di una “politicamente infelice dimostrazione” nella Corea del Nord, Choi Hong-hi perde il sostegno del governo della Corea del Sud e deve rinunciare alla presidenza della KTA.

World Taekwondo WT
L’attuale logo della World Taekwondo (WT)

Nel tentativo di mantenere il controllo sul taekwondo al di fuori della Corea, Il 22 marzo 1966 fonda la International Taekwondo Federation (ITF), privata e indipendente. Il 28 maggio 1973, a seguito di insanabili contrasti tra il generale Choi Hong-hi e il suo vice Kim Un-yong, venne fondata in Corea del Sud la World Taekwondo Federation (WTF) presieduta dallo stesso dott. Kim Un-yong. Nel 1990 il Maestro Park Jung Tae, dopo aver lavorato per la ITF, fondò la Global Taekwondo Federation (GTF). Quest’ultima non ricevette mai alcun finanziamento dai due governi coreani, cosa che avvenne invece per la WTF e la ITF.
Dal 2000, il Taekwondo WTF è diventato uno dei due soli sport da combattimento asiatici (l’altro è il judo) incluso nel programma dei giochi olimpici; divenne un evento dimostrativo già nei giochi del 1988 a Seul, ma venne incluso ufficialmente solo con i giochi del 2000 a Sydney.
Dopo la morte del generale Choi, nel 2002, la ITF si frammentò in tre organismi indipendenti, uno che ereditava l’organico storico con a capo il maestro Tran Trieu Quan, uno con a capo il figlio del Generale Choi, Choi Jung-hwa e un altro ancora con a capo Chang Ung, un allenatore di pallacanestro nordcoreano.
Al 2009, il governo della Corea del Sud ha pubblicato una stima secondo cui il Taekwondo WTF è praticato in 190 paesi, con 70 milioni di praticanti nel mondo.
Nel 2010, il taekwondo fu accettato come sport nei Giochi del Commonwealth.
Nel 2017 la World Taekwondo Federation (WTF) cambia il proprio nome in World Taekwondo (WT) per via dell’acronimo troppo spesso oggetto di confusione con il gergo “WTF” diffuso nel web.

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